avvocato successione – Studio Legale Crivello https://www.studiolegalecrivello.it Studio Legale Crivello Melegnano Sat, 27 Apr 2024 18:06:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.6 https://www.studiolegalecrivello.it/wp-content/uploads/2018/03/cropped-favicon_crivello-32x32.png avvocato successione – Studio Legale Crivello https://www.studiolegalecrivello.it 32 32 Cos’è il Legato Testamentario https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/legato-testamentario/ Fri, 26 Apr 2024 08:05:19 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8564 Il legato testamentario consiste nel lascito di uno o più beni determinati, indicati con precisione da colui che redige il […]

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Il legato testamentario consiste nel lascito di uno o più beni determinati, indicati con precisione da colui che redige il testamento.

La scelta dei termini utilizzati dal testatore per disporre del bene non ha grande rilevanza giuridica: ciò che conta è la specifica individuazione del bene stesso e del soggetto a cui viene attribuito. Ad esempio, il testatore può indicare “Tizio eredita la villa in via XX” oppure “nomino Sempronio erede dell’autovettura”, in entrambi i casi si tratta di un legato.

Accettando il legato, il legatario non assume la qualità di erede, bensì acquisisce il diritto esclusivo sul bene oggetto del legato, una volta ricevuto. A differenza dell’erede, il legatario non è responsabile dei debiti ereditari e non entra a far parte della comunione dei beni ereditari.

In questa guida, esploreremo in modo chiaro e accessibile i concetti chiave che definiscono i legati testamentari, fornendo una panoramica completa sulle loro caratteristiche, tipologie e implicazioni legali.

Il nostro obiettivo è quello di offrire a chiunque sia interessato a questo tema un punto di riferimento chiaro e comprensibile, dissipando dubbi e fornendo le informazioni necessarie per comprendere a fondo il funzionamento dei legati testamentari.

Il lascito testamentario: cos’è il legato e come viene regolato dalla legge?

Nel corso della vita, è abbastanza consueto che una persona rediga un testamento, cioè un atto scritto e formale che consente di esprimere le proprie volontà in merito alla destinazione dei propri beni dopo la sua morte. In Italia, la legge stabilisce che una parte del patrimonio (le quote legittime) debba essere necessariamente devoluta ai parenti più stretti, mentre il restante (la quota disponibile) può essere attribuito liberamente ad altri soggetti, secondo le volontà del testatore.

All’interno del testamento è possibile definire due tipologie di disposizioni testamentarie:

Disposizioni a titolo universale: in questo caso, il beneficiario (erede) assume la qualità di erede, subentrando in tutti i diritti e doveri del defunto, inclusi i debiti ereditari.
Disposizioni a titolo particolare: in questo caso, il beneficiario (legatario) non assume la qualità di erede, ma acquisisce il diritto a ricevere uno o più beni specifici (il legato) indicati nel testamento. Il legatario non risponde dei debiti ereditari e non entra a far parte della comunione ereditaria.
L’articolo 588 del codice civile italiano specifica che il legato testamentario “consiste nel diritto di disporre di uno o più beni o diritti specifici”. In altre parole, il testatore può decidere di lasciare a un determinato soggetto un bene preciso, come una casa, un’auto, un’opera d’arte o una somma di denaro.

Esempio:

Disposizione a titolo universale: “Nomino mio erede universale mio figlio Mario Rossi.”
Disposizione a titolo particolare: “Lascio alla mia amica Maria Bianchi il mio quadro di Van Gogh.”

Perché è importante distinguere tra erede e legatario?

La distinzione tra erede e legatario è fondamentale per comprendere i diversi diritti e doveri che derivano dal testamento. L’erede assume una posizione di responsabilità più ampia, subentrando in tutti i rapporti giuridici del defunto, sia attivi che passivi. Il legatario, invece, acquisisce solo il diritto al bene specifico oggetto del legato e non è coinvolto nella gestione del resto del patrimonio ereditario.

L’art. 588 del codice civile afferma infatti che: “Le disposizioni testamentarie, qualunque sia l’espressione o la denominazione usata dal testatore, sono a titolo universale [637 c.c.] e attribuiscono la qualità di erede [625 c.c.], se comprendono l’universalità o una quota dei beni del testatore [674 c.c.]. Le altre disposizioni sono a titolo particolare [631 c.c.] e attribuiscono la qualità di legatario [649 c.c.].”

Cosa succede se si è legatari in un testamento?

Scoprire di essere legatari in un testamento può suscitare dubbi e domande su cosa comporti questo ruolo. Per chiarire i concetti chiave, proviamo a fare un esempio pratico.

Ipotizziamo che un testamento lasci ad un individuo “tutto il mobilio di una casa”. In questo caso, il legatario non diventa proprietario dell’intero edificio, ma solo dei beni mobili al suo interno (come tavoli, sedie, letti, armadi).

Il legatario acquisisce un titolo particolare sulla proprietà dei beni specifici indicati nel testamento. Ciò significa che i suoi diritti si limitano esclusivamente a questi beni e non si estendono al resto del patrimonio ereditario.

Inoltre, a differenza degli eredi, il legatario non eredita i debiti del defunto. Egli avrà solo rapporti attivi con l’eredità, ovvero il diritto di ricevere i beni oggetto del legato.

In sintesi:

Il legatario non diventa proprietario dell’intero patrimonio ereditario, ma solo dei beni specifici indicati nel testamento.
Il legatario non eredita i debiti del defunto.
Il legatario ha solo rapporti attivi con l’eredità, ovvero il diritto di ricevere i beni oggetto del legato.

Cosa fare se si è legatari in un testamento?

Se si è legatari in un testamento, è importante:

  • Se nominato, contattare l’esecutore testamentario: è la persona incaricata dal testatore di dare esecuzione alle sue ultime volontà. Egli potrà fornire informazioni dettagliate sul legato e sui passi da compiere per riceverlo.
  • Verificare le condizioni del legato: il testamento potrebbe contenere condizioni specifiche che devono essere soddisfatte affinché il legatario possa ricevere il bene. Ad esempio, il legatario potrebbe essere tenuto a vivere in quella casa per un certo periodo di tempo.
  • Valutare l’accettazione o il rifiuto del legato: il legatario ha il diritto di accettare o rifiutare il legato. In caso di accettazione, dovrà seguire le procedure previste dalla legge per ricevere il bene.

Eredità vs Legato: differenze sostanziali per una gestione consapevole

Abbiamo già esposto i concetti fondamentali del legato testamentario, evidenziandone le differenze rispetto all’eredità. Ora, approfondiamo le peculiarità che distinguono nettamente questi due strumenti giuridici.

  1. Oggetto del diritto:

Eredità: conferisce un titolo universale sui beni del defunto, includendo sia le proprietà che i debiti.
Legato: attribuisce un diritto specifico su uno o più beni individuati nel testamento (ad esempio, un immobile, un’opera d’arte, una somma di denaro).

  1. Quota legittima:

Eredità: comprende la quota legittima, una porzione di patrimonio riservata ai familiari stretti per legge (coniuge, figli, genitori). La quota residuale, chiamata disponibile, è appunto a disposizione del testatore per lasciti a legatari o altri eredi.
Legato: non riguarda la quota legittima, che rimane comunque di pertinenza dei soggetti che ne hanno diritto per legge.

  1. Responsabilità per i debiti:

Eredità: gli eredi rispondono dei debiti del defunto in proporzione alla loro quota ereditaria.
Legato: i legatari non sono coinvolti nel pagamento dei debiti ereditari.

  1. Accettazione dei beni:

Eredità: gli eredi devono accettare l’eredità, esplicitamente o implicitamente.
Legato: il legato non necessita di accettazione formale, in quanto il bene entra automaticamente a far parte del patrimonio del legatario.

  1. Durata del diritto:

Eredità: il titolo di erede è definitivo e perpetuo.
Legato: il testamento può prevedere una scadenza per il legato, stabilendo un termine entro cui il legatario può godere del bene (ad esempio, 10 anni). Trascorso tale termine, il bene ritorna a far parte dell’asse ereditario.

  1. Oneri:

Eredità: gli eredi possono subentrare in oneri derivanti da contratti o disposizioni del defunto.
Legato: il legatario può essere gravato da oneri specifici indicati nel testamento (ad esempio, un contributo per le spese di trasporto di un bene) ma l’onere non può mai superare il valore del legato stesso.

  1. Rinuncia ai beni:

Eredità: gli eredi possono rinunciare all’eredità, liberandosi da diritti e doveri connessi.
Legato: il legatario può rinunciare al bene legato, se i costi per usufruirne risultano eccessivi.

Eredità e legato rappresentano strumenti giuridici distinti con implicazioni differenti. Conoscerne le differenze è fondamentale per comprendere correttamente gli eventuali rischi e i diritti derivanti da un testamento.

Le diverse tipologie di legati testamentari
Dopo aver chiarito la distinzione fondamentale tra eredità e legato, approfondiamo ora le diverse tipologie di legati più comunemente utilizzati nelle disposizioni testamentarie.

  1. Legato di singoli beni:

Definizione: è la forma più diffusa di legato e consiste nell’attribuzione del diritto di proprietà su uno o più beni specifici del patrimonio del testatore, come immobili, opere d’arte, gioielli o oggetti personali.

Caratteristiche: il trasferimento del bene al legatario avviene automaticamente alla morte del testatore, senza necessità di accettazione formale.

Il legatario diventa immediatamente proprietario del bene legato, potendone disporre a proprio piacimento.
Questa modalità di legato permette al testatore di destinare con precisione beni specifici a persone selezionate, assicurando il rispetto delle sue ultime volontà.

  1. Legato di universalità:

Definizione: consiste nel lasciare un insieme completo di beni, come un’intera collezione, una categoria di oggetti o addirittura un’intera azienda.

Caratteristiche: il legatario riceve l’intero gruppo di beni come un’unica entità, senza la possibilità di scegliere solo alcuni elementi.

Questa tipologia di legato mira a preservare l’integrità di un insieme di beni con un particolare valore affettivo o storico per il testatore.
Esempi di legato di universalità includono una biblioteca personale, una collezione di vini o un’impresa commerciale.

  1. Legato di somme di denaro:

Definizione: prevede l’assegnazione di una precisa quantità di denaro a un beneficiario nominato nel testamento.

Caratteristiche: il legatario ha diritto di ricevere la somma indicata dal testatore, generalmente prelevata dalla massa ereditaria.

Il legato di somme di denaro può assumere diverse forme, come un lascito per un’occasione specifica (ad esempio, per il matrimonio o gli studi di un nipote) o un sostegno economico periodico.
Può sorgere la necessità di individuare la fonte da cui attingere le liquidità per il pagamento del legatario, soprattutto se il testatore ha indicato una specifica provenienza che non è più disponibile al momento del decesso.

  1. Legato di alimenti:

Definizione: impone a un soggetto, spesso un erede, l’obbligo di fornire un sostegno economico regolare a un beneficiario designato, per un periodo definito o per tutta la vita.

Caratteristiche: il legato di alimenti mira a garantire la sussistenza del beneficiario, che deve dimostrare di trovarsi in stato di bisogno.

L’ammontare del sostegno economico e la sua durata sono stabiliti dal testatore nel testamento, potendo essere soggetti a modifiche in base alle mutate esigenze del beneficiario.
Il legatario di alimenti ha diritto di ricevere quanto necessario per mantenere un tenore di vita dignitoso, in linea con la sua posizione sociale.

Conoscere le diverse tipologie di legati testamentari è fondamentale per interpretare correttamente le disposizioni testamentarie e tutelare i diritti di eredi e legatari. Ogni tipologia presenta caratteristiche e implicazioni specifiche che devono essere valutate attentamente per una gestione consapevole dell’eredità.

Caratteristiche principali dei legati testamentari

Revocabilità e solennità:

I legati, come il testamento, possono essere revocati o modificati fino al momento della morte del testatore.
Devono essere espressi in un testamento valido e conforme alle norme di legge.

Patrimonialità:

I legati generalmente hanno un contenuto patrimoniale, con lo scopo di apportare un vantaggio economico al legatario.
Non è requisito essenziale la natura liberale del legato, che può essere utilizzato anche per adempiere a un obbligo o imporre un onere.
In alcuni casi, il legato potrebbe non comportare un vantaggio economico diretto, ad esempio se associato a un onere.

Accettazione e rinuncia:

A differenza dell’eredità, il legato non richiede un atto formale di accettazione da parte del beneficiario.
Il legatario diventa automaticamente titolare del legato all’apertura della successione, anche se non ne è a conoscenza.
Il legatario può rinunciare al legato per qualsiasi motivo, anche in caso di svantaggi o oneri ad esso associati.
La rinuncia è soggetta a una prescrizione decennale.
La rinuncia può essere utile se il legato comporta oneri o potenziali responsabilità.

Punti chiave:

I legati sono disposizioni testamentarie flessibili e adattabili alle circostanze mutevoli.
La validità dei legati richiede il rispetto delle formalità previste dalla legge.
Lo scopo principale dei legati è quello di arricchire il beneficiario, ma possono avere anche altri scopi.
Il legatario diventa automaticamente titolare del bene legato, ma può rinunciarvi.
La rinuncia è un diritto importante per tutelare il legatario da eventuali conseguenze negative.

Lo Studio Legale Crivello offre un’ampia gamma di servizi legali per le imprese e i privati in tutta Italia, con particolare riferimento al diritto di famiglia e, nello specifico, alla materia delle successioni ereditarie.
Siamo a tua disposizione per fornirti assistenza e consulenza personalizzata, garantendoti soluzioni efficaci e tempestive. Contattaci per un parere.

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Impugnazione Testamento: Guida e Consigli Legali https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/guida-impugnazione-testamento/ Mon, 04 Mar 2024 11:35:33 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8552 Se ti trovi nella situazione di dover impugnare un testamento, hai necessariamente bisogno di una guida legale che ti assista nei passaggi […]

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Se ti trovi nella situazione di dover impugnare un testamento, hai necessariamente bisogno di una guida legale che ti assista nei passaggi complessi di questo processo. In questa guida, noi dello Studio Legale Crivello ti forniremo consigli pratici su come impugnare un testamento in modo corretto, al fine di far valere i tuoi diritti nella successione ereditaria.

L’impugnazione di un testamento richiede competenze legali specifiche e conoscenze delle procedure approfondite. Per questo motivo, è essenziale rivolgersi a un professionista come quelli presenti nello Studio Legale Crivello. Lo Studio Legale Crivello è ormai conosciuto in tutta Italia per le sue competenze e la sua esperienza nel campo del diritto ereditario e, in generale, del diritto di famiglia.

Impugnare un testamento significa intraprendere una procedura complessa, ma con l’assistenza di uno studio specializzato nella materia riuscirai a far valere i tuoi diritti nella successione ereditaria. Continua a leggere questa guida per scoprire consigli utili sulla procedura di impugnazione di un testamento.

Cos’è la successione legittima

La successione legittima comprende una categoria di eredi che non possono essere esclusi neanche con la successione testamentaria. Questa categoria comprende il coniuge, i figli legittimi, legittimati ed adottivi, gli ascendenti, nonché i collaterali.

Il coniuge ha diritto alla metà del patrimonio del defunto se concorre con un figlio, un terzo se concorre con più figli, e due terzi se concorre con ascendenti o fratelli. Gli eredi più prossimi escludono quelli più remoti dalla successione.

Tipo di erede Percentuale di eredità
Coniuge Metà del patrimonio se concorre con un figlio
Un terzo del patrimonio se concorre con più figli
Due terzi del patrimonio se concorre con ascendenti o fratelli
Figli legittimi Concorrono in parti uguali all’eventuale rimanente dell’eredità dopo la quota del coniuge
Collaterali Vengono chiamati in successione solo in mancanza di coniuge, figli legittimi ed ascendenti

Cosa succede in mancanza di eredi

Quando una persona muore senza lasciare eredi legittimi o designati nel testamento, si apre la successione dello Stato. In questa situazione, lo Stato acquisisce i beni del defunto ma non risponde di eventuali debiti che superino il valore dei predetti beni. È importante sottolineare che la successione dello Stato si verifica solo quando non ci sono altre persone che abbiano diritto all’eredità.

Esempio del processo di successione dello Stato:

Caso Descrizione
Caso 1 Il defunto non ha parenti vivi e non ha lasciato un testamento.
Caso 2 Il defunto non ha parenti vivi e tutti i beneficiari designati nel testamento sono deceduti prima di lui.
Caso 3 Il defunto non ha parenti vivi e tutti i beneficiari designati nel testamento hanno rinunciato all’eredità.

È importante fare una distinzione tra la successione dello Stato e la successione intestata. La successione intestata si verifica quando il defunto non ha lasciato un testamento o quando il testamento è invalido. In questo caso, avranno diritto all’eredità gli eredi legittimi indicati dalla legge.

Cosa significa successione testamentaria

La successione testamentaria si verifica quando il defunto ha redatto un testamento valido. In questa situazione, una parte dell’eredità viene riservata agli eredi necessari, come previsto dalla legge. La quota disponibile è la parte dell’eredità di cui il testatore può disporre liberamente, mentre la parte di legittima è quella che non può essere disposta e spetta agli eredi necessari.

Termine Definizione
Successione testamentaria Processo legale in cui viene attuata la volontà del defunto espressa nel testamento
Quota di eredità Parte dell’eredità spettante a ciascun erede secondo le disposizioni testamentarie
Eredi necessari Coloro che hanno diritto a una parte di legittima e non possono essere esclusi dalla successione testamentaria
Disposizione testamentaria Istruzioni specifiche del defunto riguardo alla suddivisione dei suoi beni e delle sue proprietà
Quota disponibile Parte dell’eredità di cui il testatore può disporre liberamente
Parte di legittima Parte dell’eredità che spetta necessariamente ad alcuni eredi e che non può essere destinata ad altri soggetti

Lesione della legittima

La lesione della legittima si verifica quando il legittimario riceve beni per un valore inferiore a quello della quota di legittima prevista dalla legge. In tal caso, il legittimario ha 10 anni di tempo per impugnare il testamento. Inoltre, se le disposizioni testamentarie o le donazioni eccedono la porzione disponibile, il legittimario può impugnare il testamento con un’azione di riduzione, che permette di ridurre proporzionalmente tali disposizioni.

Termini chiave Spiegazione
Lesione della legittima Quando il legittimario riceve beni per un valore inferiore a quello della quota di legittima.
Riduzione del testamento L’azione legale per ridurre le disposizioni testamentarie o le donazioni che eccedono la quota disponibile.
Azione di riduzione L’azione legale che permette al legittimario di ridurre proporzionalmente le disposizioni testamentarie o le donazioni.
Disposizioni testamentarie La volontà del testatore espressa nel testamento con l’assegnazione dei beni ai vari soggetti.
Donazioni I trasferimenti gratuiti di beni o diritti effettuati dal testatore prima del decesso.
Valore inferiore alla legittima Quando il valore dei beni ricevuti dal legittimario è inferiore a quello stabilito dalla legge.

L’azione di riduzione e la sua efficacia

L’azione di riduzione è un importante strumento legale per rendere inefficaci le disposizioni testamentarie e le donazioni che ledono la quota di legittima. Questa azione può essere esercitata contro gli eredi, i legatari e i donatari e ha l’obiettivo di garantire il rispetto dei diritti dei legittimari.

Il legittimario ha il diritto di richiedere la restituzione dei beni con un’azione di riduzione se i beneficiari non provvedono volontariamente alla restituzione di quanto ricevuto indebitamente. L’efficacia dell’azione di riduzione dipende dalla prova concreta che i beni donati o lasciati ai beneficiari eccedono il valore della quota a loro spettante.

L’azione di riduzione ha enorme importanza perché garantisce l’equità nella successione ereditaria. Attraverso questa azione, i legittimari possono far valere i loro diritti e garantire una ripartizione adeguata del patrimonio del defunto.

L’avente causa, la restituzione e la compensazione

Nel caso in cui il donatario abbia alienato il bene a terzi, l’azione di restituzione può essere esercitata solo se il valore dei beni donati non è sufficiente a coprire la quota di legittima. Se la differenza tra la quota di legittima e il valore dei beni donati non supera il 25%, il legittimario sarà compensato in denaro, altrimenti l’intero bene sarà assegnato al legittimario.

Calcolo della legittima e riunione fittizia

Per determinare se vi sia stata una lesione della legittima, bisogna calcolare con esattezza la quota di cui il testatore poteva disporre liberamente. Questo viene fatto tramite una riunione fittizia del relictum, che comprende tutti i beni rientranti nell’asse ereditario, con il donatum, ossia i beni donati in vita dal defunto. In caso di lesione delle prerogative dei legittimari, si può agire in riduzione.

Prescrizione e azioni collaterali

Nel contesto dell’impugnazione di un testamento per lesione della legittima, è fondamentale comprendere le tempistiche e le azioni legali correlate. Uno degli ostacoli maggiori è rappresentato dalla prescrizione decennale, che determina il limite di tempo entro il quale l’azione di riduzione può essere esercitata. La prescrizione decennale implica che tale azione debba essere intrapresa entro dieci anni dall’apertura della successione.

Conclusione

In conclusione, l’impugnazione di un testamento per lesione della legittima è una procedura complessa che richiede conoscenze legali specifiche. È importante seguire l’iter legale corretto e consultare un avvocato specializzato per fare valere i propri diritti nella successione ereditaria. Con i consigli pratici forniti in questa guida, sarai in grado di affrontare il processo di impugnazione e far valere le tue ragioni.

Se ti trovi ad affrontare questioni legate all’eredità e vuoi conoscere i tuoi diritti e come farli valere, lo Studio Legale Crivello è qui per guidarti attraverso ogni aspetto del diritto successorio, offrendo consulenza professionale e supporto personalizzato. Che tu abbia bisogno di assistenza nella gestione di testamenti, nella divisione dei beni, o nella risoluzione di controversie ereditarie, i nostri esperti sono pronti a fornirti le soluzioni più adatte alla tua situazione specifica. Contattaci per un primo incontro: insieme, possiamo trovare la soluzione più adatta per proteggere i tuoi interessi e quelli dei tuoi cari.

 

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Guida alla Ricostruzione Asse Ereditari in Italia https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/guida-ricostruzione-asse-ereditari/ Mon, 04 Mar 2024 11:05:56 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8550 La ricostruzione asse ereditari è un complesso processo legale finalizzato a determinare l’ammontare del patrimonio ereditario e le quote di legittima degli eredi. In questa guida, […]

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La ricostruzione asse ereditari è un complesso processo legale finalizzato a determinare l’ammontare del patrimonio ereditario e le quote di legittima degli eredi. In questa guida, esploreremo i dettagli e i requisiti legali di questo processo in Italia.

Cosa è la ricostruzione asse ereditari

La ricostruzione asse ereditari è un processo legale che viene utilizzato per individuare il patrimonio ereditario di una persona al momento della sua morte. Questo processo coinvolge la valutazione dei beni e delle donazioni, nonché la detrazione dei debiti ereditari. L’obiettivo è stabilire la quota di legittima che spetta a ciascun erede.

I requisiti legali della ricostruzione asse ereditari

Per effettuare correttamente la ricostruzione asse ereditari, è necessario rispettare i requisiti legali stabiliti dal Codice Civile italiano. Secondo l’articolo 556 del Codice Civile, si forma una massa di tutti i beni appartenuti al defunto al momento della morte, detraendone i debiti. Successivamente, si calcola la quota di disponibile della quale il defunto poteva cioè disporre liberamente.

Requisiti legali per la ricostruzione asse ereditari:

Requisito Descrizione
Massa dei beni Formazione di una massa di tutti i beni appartenuti al defunto al momento della morte.
Detrazione dei debiti Detrazione dei debiti ereditari dalla massa dei beni.
Calcolo della quota di disponibile Calcolo della quota di disponibile di cui il defunto poteva disporre liberamente.

Conformarsi a questi requisiti legali è essenziale per garantire una corretta ricostruzione dell’asse ereditario e una divisione equa del patrimonio tra gli eredi. Assicurarsi di ottenere una consulenza legale specializzata come quella offerta dallo Studio Legale Crivello può aiutare a districarsi attraverso i complessi aspetti legali della normativa in materia di eredità.

La determinazione del patrimonio ereditario

Per determinare l’ammontare del patrimonio ereditario, occorre valutare attentamente tutti i beni di cui il defunto era proprietario al momento della sua morte. Questa valutazione comprende sia i beni che sono stati lasciati in eredità, sia quelli che sono stati donati durante la sua vita.

La determinazione del patrimonio ereditario richiede un’analisi accurata e dettagliata della massa dei beni. È necessario considerare il valore di ogni singolo bene, al fine di ottenere una stima accurata della totalità del patrimonio.

Una volta calcolato l’ammontare complessivo dei beni ereditari, è importante tener conto dei debiti ereditari. Questi debiti vengono detratti dalla massa dei beni per ottenere il netto patrimoniale, che rappresenta l’effettivo ammontare del patrimonio ereditario disponibile per la successione.

Bene Valore
Terreno € 200.000
Casa € 300.000
Auto € 20.000
Investimenti € 500.000

Nell’esempio riportato nella tabella, viene presentato un elenco di alcuni beni da considerare nella determinazione del patrimonio ereditario. Ogni bene ha un valore specifico, che contribuisce alla determinazione del valore complessivo del patrimonio.

Una volta calcolato il netto patrimoniale, sarà possibile procedere alla divisione del patrimonio tra gli eredi, rispettando le quote di legittima stabilite dalla legge.

L’ammontare del patrimonio ereditario

Dall’operazione di determinazione del patrimonio ereditario si ottiene un netto patrimoniale, che rappresenta il valore rispetto al quale vanno stabilite le quote di legittima degli eredi necessari. Questo ammontare del patrimonio può variare a seconda dei beni e delle donazioni presenti nel patrimonio ereditario.

Tipo di Bene Valore
Immobili €500,000
Automobili €50,000
Investimenti €200,000
Conti Bancari €100,000
Altri Beni €150,000

Netto Patrimoniale Totale: €1,000,000

Le quote di legittima degli eredi

Le quote di legittima rappresentano la porzione di patrimonio ereditario che spetta a ciascun erede necessario secondo la legge. Le quote vengono calcolate in base all’ammontare del patrimonio disponibile e alle disposizioni di legge che regolano la successione ereditaria. È importante determinare correttamente le quote di legittima per garantire una divisione equa del patrimonio.

Calcolo delle quote di legittima

Erede Quota di Legittima
Erede 1 [Calcolo della quota di legittima per l’erede 1]
Erede 2 [Calcolo della quota di legittima per l’erede 2]
Erede 3 [Calcolo della quota di legittima per l’erede 3]

La divisione delle quote di legittima è essenziale per assicurare che ogni erede necessario riceva la sua giusta parte del patrimonio ereditario. Per effettuare il calcolo, è necessario considerare l’ammontare del patrimonio disponibile, che rappresenta la parte non destinata alle disposizioni testamentarie o all’assegnazione libera del defunto. In base alle disposizioni di legge che regolano la successione ereditaria, si determina la percentuale della quota di legittima spettante a ciascun erede.

Ad esempio, se il patrimonio disponibile ammonta a 100.000 euro e ci sono tre eredi necessari, la quota di legittima per ciascun erede potrebbe essere di 33.333 euro. Tuttavia, è importante tenere presente che la legge può prevedere differenti percentuali in base ai rapporti familiari e alla situazione specifica.

Per garantire una corretta divisione delle quote di legittima, è consigliabile affidarsi a un professionista come quelli presenti nello Studio Legale Crivello. Con la sua competenza e conoscenza del diritto successorio italiano, lo Studio Legale Crivello può fornire un supporto affidabile e personalizzato nel calcolo e nella determinazione delle quote di legittima.

Possibili azioni di riduzione

Se gli eredi vengono lesi nelle loro quote di legittima, è possibile intraprendere azioni di riduzione per ripristinare l’equilibrio. Queste azioni legali possono essere promosse dagli eredi lesi anche per fare rientrare nell’asse ereditario le donazioni effettuate in vita dal de cuius e che hanno determinato uno squilibrio tra le quote ereditarie. L’obiettivo di queste azioni è garantire una divisione equa del patrimonio ereditario e tutelare i diritti degli eredi.

Azioni di riduzione per il ripristino dell’equilibrio

Azione Descrizione
Azione di riduzione Consiste nel promuovere un’azione legale per ottenere la riduzione delle donazioni che superano le quote di legittima degli eredi lesi.
Richiesta di riduzione Viene presentata una richiesta formale alle autorità competenti per avviare il processo di riduzione delle donazioni lesive.
Valutazione delle donazioni Le donazioni che superano le quote di legittima vengono valutate secondo le disposizioni di legge per determinare l’entità della riduzione richiesta.
Procedimento legale Viene avviato un procedimento legale in tribunale per decidere sulla riduzione delle donazioni lesive e ripristinare l’equilibrio tra gli eredi.

Queste azioni di riduzione sono strumenti legali fondamentali per garantire una corretta distribuzione del patrimonio ereditario e finalizzate alla formazione delle quote di legittima degli eredi secondo i parametri stabiliti dalla legge. Affidarsi ad uno studio legale specializzato come lo Studio Legale Crivello può fornire l’assistenza e l’esperienza necessarie per affrontare con successo queste azioni e ottenere una divisione equa del patrimonio.

Il ruolo dello Studio Legale Crivello nella ricostruzione asse ereditari

Lo Studio Legale Crivello è composto da un team di professionisti esperti che opera su tutto il territorio nazionale, e specializzato nella ricostruzione dell’asse ereditario. Con la nostra competenza e conoscenza del diritto successorio italiano, offriamo un supporto affidabile per navigare attraverso le complessità della normativa riguardante la ricostruzione dell’asse ereditario e garantire il rispetto dei requisiti legali.

L’importanza di affidarsi ad un professionista

Affidarsi ad un professionista come quelli che compongono lo Studio Legale Crivello per la ricostruzione dell’asse ereditario è fondamentale per garantire una corretta valutazione del patrimonio ereditario, il rispetto dei requisiti legali e una divisione equa del patrimonio tra gli eredi. Il supporto di un professionista esperto offre sicurezza e tranquillità durante questo complesso processo legale.

La disponibilità del patrimonio ereditario

La parte del patrimonio ereditario che non è destinata alle quote di legittima degli eredi viene definita disponibile. Questa porzione del patrimonio può essere oggetto di disposizioni testamentarie e assegnata liberamente dal defunto. È importante stabilire correttamente la quota di disponibile per garantire una divisione equa del patrimonio tra gli eredi.

Nella divisione del patrimonio ereditario, le quote di legittima vengono assegnate agli eredi secondo la legge. La parte restante, ovvero quella disponibile, può essere suddivisa a discrezione del defunto o in base a disposizioni testamentarie. È fondamentale stabilire correttamente la quota di disponibile al fine di garantire una giusta divisione del patrimonio tra gli eredi.

L’impatto delle donazioni sulla ricostruzione asse ereditari

Le donazioni effettuate dal defunto durante la vita possono influire sulla ricostruzione dell’asse ereditario. Questo perché in alcuni casi, le donazioni possono essere considerate lesive delle quote di legittima degli eredi, rendendo necessarie azioni di riduzione. È essenziale valutare attentamente l’impatto delle donazioni sulla ricostruzione dell’asse ereditario al fine di garantire una divisione equa del patrimonio.

Impatto delle donazioni sulla ricostruzione asse ereditari Descrizione
Influenza sulle quote di legittima Le donazioni possono ridurre la quota di legittima a cui gli eredi hanno diritto, poiché queste possono essere considerate lesive della quota stabilita legalmente.
Azioni di riduzione In presenza di donazioni lesive, gli eredi possono intraprendere azioni legali per ridurre tali donazioni al fine di ripristinare l’equilibrio e garantire una divisione equa del patrimonio.
Valutazione accurata È importante valutare attentamente l’impatto delle donazioni sulla ricostruzione asse ereditari per evitare controversie legali e garantire la corretta divisione dei beni.

La comprensione dell’impatto delle donazioni sulla ricostruzione dell’asse ereditario è fondamentale per portare a termine con successo attraverso questo complesso processo legale. Affidarsi a un professionista come quelli che compongono lo Studio Legale Crivello, operante in tutta Italia, può offrire la consulenza legale necessaria per affrontare efficacemente le implicazioni delle donazioni nel contesto della ricostruzione dell’asse ereditario.

Conclusione

La ricostruzione dell’asse ereditario è un processo complesso ma fondamentale per garantire una divisione equa del patrimonio ereditario. Affidarsi ad un professionista come quelli che compongono lo Studio Legale Crivello e ottenere assistenza legale specializzata, risulta fondamentale per giungere al risultato sperato nella complessa attività di ricostruzione dell’asse ereditario.

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Guida Essenziale su Successione Legittima in Italia https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/guida-su-successione-legittima-in-italia/ Mon, 04 Mar 2024 10:25:19 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8547 La “successione legittima” (anche detta “successione ab intestato”) è un insieme di norme giuridiche che definiscono chi eredita il patrimonio di una […]

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La “successione legittima” (anche detta “successione ab intestato”) è un insieme di norme giuridiche che definiscono chi eredita il patrimonio di una persona defunta in caso di assenza di testamento. La successione legittima si verifica quando non è stato redatto un testamento prima della morte del soggetto. La legge italiana regola la successione ereditaria in modo da permettere a chiunque di decidere liberamente a chi lasciare i propri beni attraverso il testamento, ma quando manca un testamento, la legge determina chi sono gli eredi legali. Gli eredi legali nell’ordine di successione includono il coniuge o la persona unita civilmente, i discendenti, gli ascendenti, i collaterali, gli altri parenti e, in mancanza di questi ultimi, lo Stato.

Il Coniuge come Erede Principale nella Successione Legittima

Nella successione legittima, il coniuge rappresenta un erede di rilievo. Secondo l’articolo 565 del Codice Civile, il coniuge ha diritto a una quota del patrimonio del defunto, che varia a seconda della presenza di altri successibili. Nel caso in cui ci sia un solo figlio, il coniuge ha diritto alla metà del patrimonio. Se, invece, ci sono più figli, la quota spettante al coniuge si riduce a un terzo del patrimonio.

Se il coniuge concorre all’eredità con gli ascendenti (cioè i genitori del defunto) o con fratelli e sorelle, la quota spettante al coniuge sarà di due terzi del patrimonio. In mancanza di altri successibili, l’intera eredità viene devoluta al coniuge.

Oltre al suo ruolo di erede, al coniuge superstite sono attribuiti ulteriori diritti nella successione legittima. In particolare, il coniuge ha il diritto di abitare per tutta la sua vita nella casa familiare e il diritto di utilizzare i mobili che la corredano.

Di seguito è riportata una tabella che illustra la quota spettante al coniuge in base alla presenza di altri successibili:

Situazione Quota Spettante al Coniuge
Coniuge e un solo figlio Metà del patrimonio
Coniuge e più figli Un terzo del patrimonio
Coniuge, ascendenti e/o fratelli e sorelle Due terzi del patrimonio
Mancanza di altri successibili Intera eredità

In conclusione, il coniuge gode di una posizione di rilievo nella successione legittima, garantendogli una quota significativa del patrimonio del defunto. Inoltre, il coniuge ha, come giàdetto, diritti aggiuntivi come il diritto di abitazione sulla casa familiare e il diritto di uso sui mobili. È quindi fondamentale comprendere le disposizioni di legge in materia di successione legittima per avere chiarezza sui diritti e le quote spettanti al coniuge in caso di decesso del partner.

La Posizione del Convivente nella Successione Legittima

Per quanto riguarda i conviventi, è importante distinguere tra persona unita civilmente e convivente di fatto. L’unione civile è una forma di convivenza di coppia che la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico, simile al matrimonio. Il coniuge o la persona unita civilmente ha diritto alla successione e alla quota riserva come legittimario. D’altra parte, il convivente di fatto, nell’ambito di una convivenza stabile tra due persone non vincolate da matrimonio o unione civile, ha diritti successori limitati. La legge stabilisce il diritto al mantenimento dell’abitazione e la successione nel contratto di locazione solo se il convivente di fatto risulta conduttore da contratto.

Ordine di Successione degli Altri Parenti nella Successione Legittima

Nella successione legittima, dopo il coniuge o la persona unita civilmente, i discendenti e gli ascendenti, l’ordine di successione prosegue con gli altri parenti. Questo secondo ordine di successione coinvolge i genitori, i fratelli, le sorelle e i discendenti di questi ultimi.

In caso di assenza di figli, i genitori e i fratelli si dividono l’eredità in parti uguali. Ad esempio, se il defunto aveva due genitori e tre fratelli, l’eredità andrà divisa in cinque parti uguali tra i cinque successibili.

Tuttavia, è importante distinguere tra fratelli unilaterali e fratelli germani. I fratelli unilaterali, ossia quelli che hanno lo stesso padre o la stessa madre, hanno diritto alla metà della quota spettante ai fratelli germani, cioè quelli che hanno sia la stessa madre che lo stesso padre. Questo significa che se il defunto aveva due fratelli germani e due fratelli unilateralmente, l’eredità andrà divisa in quattro parti uguali tra i quattro fratelli.

Esempio:

Supponiamo che Maria sia deceduta senza lasciare un testamento. Era sposata con Luigi, ma non avevano figli. Maria aveva un fratello germano, Marco, e un fratello unilaterale, Luca, che era nato dalla madre di Maria da una precedente relazione.

Secondo l’ordine di successione, in questa situazione Luigi, il coniuge superstite, avrebbe diritto a una quota di metà dell’eredità. I genitori di Maria, se ancora in vita, avrebbero diritto all’altra metà. Pertanto, in questo caso specifico, l’eredità di Maria sarebbe divisa tra Luigi e i suoi genitori.

Parenti Quota di successione
Luigi (coniuge) 50%
Genitori 25% ciascuno

Nel terzo ordine di successione sono inclusi i collaterali dal terzo al sesto grado di parentela. Questi collaterali ereditano solo in assenza di altri successibili. Al di là del sesto grado di parentela, la successione è esclusa e l’eredità viene devoluta allo Stato.

È importante consultare un avvocato specializzato in successione legittima come quelli dello Studio Legale Crivello per comprendere appieno l’ordine di successione degli altri parenti e i relativi diritti e quote spettanti.

Distinzione tra Successione Legittima e Successione Necessaria

La successione legittima e la successione necessaria sono due concetti fondamentali nell’ambito dell’eredità. È importante comprendere la distinzione tra di esse per capire i diritti e le prerogative degli eredi legittimi e dei legittimari.

La successione legittima si riferisce alla trasmissione dell’intero patrimonio di una persona defunta in assenza di un testamento. In questa situazione, la legge stabilisce chi sono gli eredi legittimi che succedono al defunto secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Gli eredi legittimi possono includere il coniuge, i discendenti e gli ascendenti del defunto.

D’altra parte, la successione necessaria riguarda una quota riservata del patrimonio del defunto che spetta ai legittimari, indipendentemente dalla presenza o meno di un testamento. I legittimari, che possono essere il coniuge, i discendenti e gli ascendenti, hanno diritto a una parte del patrimonio anche se vengono esclusi come eredi dal testamento del defunto.

Tabella: Differenze tra Successione Legittima e Successione Necessaria

Successione Legittima Successione Necessaria
Si verifica in assenza di un testamento. Si applica anche in presenza di un testamento che esclude i legittimari come eredi.
Riguarda l’intero patrimonio del defunto. Stabilisce una quota riservata a determinati legittimari.
Gli eredi legittimi sono determinati dalla legge. I legittimari hanno diritto a una quota indipendentemente dalle disposizioni testamentarie.
Include il coniuge, i discendenti e gli ascendenti. Comprende il coniuge, i discendenti e gli ascendenti.

Esempi di Successione Legittima in Diverse Situazioni

Per capire meglio come funziona la successione legittima, vediamo alcuni esempi.

Esempio 1: Zio senza figli

Supponiamo che uno zio muoia senza figli e senza lasciare un testamento. In questa situazione, gli eredi legali saranno i nipoti di primo grado, ovvero i figli dei fratelli e delle sorelle del defunto. La quota spettante a ciascun nipote dipenderà dal numero totale di nipoti e l’eredità verrà suddivisa in parti uguali tra loro.

Esempio 2: Zio con moglie e figli ma con testamento

Immaginiamo che uno zio abbia una moglie e dei figli, ma abbia fatto un testamento lasciando tutti i suoi averi al nipote. In questa situazione, il testamento è nullo perché ha leso le quote di legittima del coniuge e dei figli.

Questi esempi illustrano come la successione legittima operi in diverse situazioni, dipendendo dalla presenza o assenza di figli e da eventuali testamenti redatti dal defunto.

Situazione Eredi Legali
Zio senza figli Nipoti di primo grado
Zio con moglie e figli ma con testamento Eredi determinati dal testamento, ma anche necessariamente coniuge, figli e ascendenti

Considerazioni sulla Confusione tra Successione Legittima e Successione Necessaria

La confusione tra successione legittima e successione necessaria è abbastanza comune tra le persone. Spesso ci si chiede quali siano le differenze tra “eredità legittima” e “legittima eredità” o come determinare la quota legittima nella successione senza testamento. È importante fare chiarezza su questi concetti.

Quando parliamo di “eredità legittima”, ci riferiamo all’insieme di norme che stabiliscono chi sono gli eredi potenziali secondo la legge. Gli eredi legittimi sono coloro che hanno il diritto di ereditare secondo la successione legittima, indipendentemente dalla presenza o assenza di un testamento.

D’altra parte, la “legittima eredità” si riferisce alla quota del patrimonio che la legge riserva a determinati soggetti, noti come legittimari, anche quando è presente un testamento. I legittimari sono il coniuge, i discendenti e gli ascendenti del defunto. Ricevono una parte della successione indipendentemente dal contenuto del testamento.

È importante sottolineare che la quota legittima nella successione senza testamento viene determinata dalla legge. Se non è stato redatto un testamento, i legittimari hanno diritto alla loro quota riservata secondo la legge.

Terminologia Definizione
Eredità legittima L’insieme di norme che stabiliscono gli eredi potenziali secondo la legge.
Legittima eredità La quota del patrimonio che la legge riserva ai legittimari, anche quando è presente un testamento.
Quota legittima nella successione senza testamento La parte del patrimonio che spetta ai legittimari quando non è stato redatto un testamento.

Gli Eredi Legittimi e i Legittimari nella Successione Legittima

Quando si tratta di successione legittima, è importante capire la differenza tra gli eredi legittimi e i legittimari. Gli eredi legittimi sono coloro che possono ereditare secondo la legge, compresi il coniuge, i parenti fino al sesto grado e lo Stato in assenza di altri successibili. La legge italiana stabilisce un ordine di successione che determina chi eredita il patrimonio di un defunto in mancanza di un testamento. Questo assicura che non ci sia una situazione di in cui i beni rimangano senza proprietario.

I legittimari, d’altra parte, sono solo il coniuge, i discendenti e gli ascendenti, ai quali la legge riserva una quota del patrimonio anche se è presente un testamento che li esclude dall’eredità. Questa quota, chiamata “quota riservata” o “quota legittima”, è stabilita per garantire una protezione minima ai membri più vicini della famiglia del defunto. La successione necessaria, quindi, si applica solo ai legittimari e non include altri parenti o lo Stato.

Per capire meglio queste nozioni, ecco una tabella che riassume la differenza tra gli eredi legittimi e i legittimari:

Eredi Legittimi Legittimari
Coniuge Coniuge
Parenti fino al sesto grado Discendenti e ascendenti
Stato

La tabella mostra chiaramente che gli eredi legittimi comprendono il coniuge, i parenti fino al sesto grado e lo Stato, se non ci sono altri successibili. D’altra parte, i legittimari sono solo il coniuge, i discendenti e gli ascendenti. Questa distinzione è essenziale per comprendere come vengono ripartiti i beni in caso di successione legittima.

Differenze tra Convivenza Civilmente Riconosciuta e Convivenza di Fatto

È fondamentale distinguere tra la convivenza legalmente riconosciuta e la convivenza di fatto. L’unione civile è una forma di convivenza simile al matrimonio, in cui la legge riconosce uno status giuridico agli individui coinvolti. La convivenza di fatto, invece, è una convivenza stabile tra due persone senza un legame formale come il matrimonio o l’unione civile. Mentre la convivenza legale offre diritti successori e di legittimario, la convivenza di fatto ha diritti limitati.

Conclusione

La successione legittima è un insieme di norme giuridiche che regolano l’eredità di una persona defunta in assenza di un testamento. È fondamentale comprendere tali norme per identificare gli eredi legittimi e i legittimari, nonché i loro diritti e le quote spettanti. La successione legittima differisce dalla successione necessaria che stabilisce una quota riservata per i legittimari. In caso di mancanza di un testamento, la successione legittima determina chi eredita il patrimonio secondo la legge.

Lo Studio Legale Crivello si pone come esperto nella successione legittima, offrendo consulenza legale competente e affidabile in tutto il territorio nazionale. Il nostro team di avvocati specializzati fornisce supporto personalizzato e professionale per affrontare tutte le questioni relative all’eredità e garantire che i diritti dei clienti siano tutelati in conformità alle norme giuridiche vigenti.

Affidarsi a uno studio legale con competenza nella successione legittima offre tranquillità e sicurezza ai clienti, poiché la procedura può essere complessa e richiede una conoscenza approfondita delle leggi e dei processi giuridici. Lo Studio Legale Crivello si propone di seguire i suoi clienti durante tutto l’iter della successione legittima, garantendo un’adeguata tutela dei diritti e degli interessi dei suoi assistiti. Contattaci per un appuntamento e,nsieme, esploreremo le migliori strategie per tutelare efficacemente i tuoi interessi e quelli dei tuoi cari.

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Ricostruzione dell’asse ereditario: guida pratica https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/ricostruzione-dell-asse-reditario/ Tue, 14 Nov 2023 13:58:20 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8503 Alla morte di una persona, oltre ad affrontare le conseguenze emotive di questo tragico evento, bisogna occuparsi anche della gestione […]

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Alla morte di una persona, oltre ad affrontare le conseguenze emotive di questo tragico evento, bisogna occuparsi anche della gestione e suddivisione dei suoi beni, un compito che può essere davvero complicato se si è in presenza di molti eredi e non è stato lasciato nessun testamento. Una delle prime operazioni da compiere è la ricostruzione dell’asse ereditario, per stimare con precisione il valore dei beni, verificare l’ammontare dei debiti e determinare così le quote da assegnare ad ogni singolo erede. In questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona la ricostruzione degli assi ereditari e a chi rivolgersi per eseguire questa delicata ma fondamentale operazione.

Asse ereditario: definizione e cosa comprende

Quando parliamo di asse ereditario, ci riferiamo all’insieme dei beni, diritti e obbligazioni in capo alla persona defunta e che devono essere trasferiti agli eredi. È opportuno sottolineare che l’asse ereditario può essere anche negativo, se vi sono debiti contratti dal defunto e che non sono stati saldati; quindi prima di procedere alla divisione dell’eredità è fondamentale ricostruire perfettamente il patrimonio del de cuius. Se parliamo di asse ereditario, non bisogna pensare solo agli immobili, ai terreni o altri beni di pregio, ma anche alle quote di società, alle obbligazioni, ai titoli azionari, agli oggetti di valore artistico, ecc. Identificare quali beni fanno parte del patrimonio è sicuramente complesso quando si parla di eredità di grande valore che comprendono diversi beni immobili e mobili; per questo è sempre opportuno rivolgersi ad un avvocato specializzato in successioni per poter procedere correttamente alla ricostruzione dell’asse ereditario. La legge stabilisce un calcolo della massa ereditaria che si basa essenzialmente su tre componenti essenziali: relictum + donatum – debitum. Il relictum individua il valore ereditario dei beni lasciati dal defunto al momento della sua morte e, come abbiamo sottolineato in precedenza, può comprendere beni di diversa natura. Per calcolare l’asse ereditario, al relictum bisogna aggiungere il donatum, che comprende tutte le donazioni effettuate in vita dal de cuius, sia quelle effettuate nello stato di residenza che all’estero. Alla somma algebrica del relictum + donatum bisogna sottrarre gli eventuali debiti lasciati del defunto. Dal calcolo effettuato, si otterrà la massa fittizia dei beni e si potrà procedere con la suddivisione delle quote. Come abbiamo specificato, si parla di massa fittizia, perché agli immobili e agli altri beni viene assegnato un valore fittizio, che può essere stato specificato espressamente dal defunto o stabilito in base al prezzo di mercato.

Ricostruzione dell’asse ereditario

Il calcolo matematico che all’apparenza sembra semplice, prevede due fasi abbastanza complesse: la prima consiste nell’identificare con precisione quali sono i beni del defunto, mentre la seconda riguarda la suddivisione delle quote ereditarie, che viene stabilita dalle norme di legge in materia di successioni. La ricostruzione dell’asse ereditario comprende il recupero di tutti gli atti di proprietà del defunto, così come l’accesso ai conti corrente, la determinazione precisa di tutte le donazioni effettuate in vita, gli eventuali beni mobili che hanno un valore di mercato (opere d’arte, mobili antichi, gioielli, ecc.), quindi si può già avere un’idea di quanto sia complicato per un erede che non ha dimestichezza con la legge determinare la massa ereditaria. Per comprendere come si calcola un asse ereditario, vi forniamo un esempio:

– il relictum ammonta a € 500.000  e comprende un immobile residenziale e due terreni edificabili, un conto corrente bancario con depositi pari a € 120.000, intestato esclusivamente al defunto;
– il donatum invece è pari a € 300.000  e riguarda un appartamento donato in vita all’unico figlio.
– i debiti sono pari a zero e si tratta perciò di un patrimonio attivo.

L’ammontare della massa fittizia in questo specifico caso sarà di € 920.000, di conseguenza bisognerà procedere con la suddivisione delle quote, riservando parte del patrimonio ai cosiddetti eredi legittimi: coniuge, ascendenti, figli, fratelli. L’esempio che vi abbiamo fornito è davvero semplice, perché si tratta di pochi beni facilmente reperibili e di una massa ereditaria, attiva, ma cosa succede se vi sono molteplici donazioni, quote societarie, obbligazioni, conti cointestati, polizze assicurative e anche debiti? Il calcolo sarà sicuramente complesso, lungo e può scatenare dissapori tra gli eredi, che possono avere pretese diverse sull’eredità. La legge stabilisce tassativamente le quote da assegnare agli eredi legittimi: ad esempio se vi è un coniuge e un figlio, questi dovranno dividersi il patrimonio a metà, mentre se vi sono più figli, la quota sarà di 2/3 a loro favore e di un terzo al coniuge superstite. La suddivisione delle quote può complicarsi se non vi è un coniuge o dei figli, perché bisognerà contattare i cugini o i fratelli, che saranno probabilmente in un numero maggiore rispetto ai parenti stretti del defunto. In molti casi, rintracciare gli eredi può diventare difficile, soprattutto se il defunto aveva perso i contatti o non ha lasciato un testamento, ed ecco che in questo specifico caso può diventare essenziale la figura dell’avvocato esperto in eredità, che si occuperà di rintracciare e contattare tutti coloro che devono essere coinvolti nella divisione del patrimonio.

A chi rivolgersi per la ricostruzione dell’asse ereditario

Quando si è in presenza di un’eredità, non sempre si è a conoscenza di tutti i beni immobili e mobili che formano il patrimonio, soprattutto se vi sono state delle donazioni in vita o ci sono operazioni finanziarie che il defunto ha compiuto in completa autonomia senza comunicarlo ai parenti prossimi. L’operazione di ricostruzione dell’asse ereditario è fondamentale per consentire agli eredi di decidere se è il caso di accettare o meno l’eredità, perché potrebbe trattarsi di una massa ereditaria su cui gravano molti debiti che dovranno essere pagati dagli eredi. Per ricostruire l’eredità vi suggeriamo di contattare un avvocato esperto e qualificato che sia specializzato in successioni ereditarie, in questo modo si avrà la certezza di ottenere un calcolo preciso e dettagliato e si potranno scongiurare eventuali controversie tra gli eredi. L’avvocato che si occupa di eredità è una figura fondamentale quando si tratta di patrimoni ingenti, dove sono presenti una moltitudine di beni in Italia e magari anche all’estero, perché la ricostruzione dell’asse ereditario comporta l’accesso a diversi atti e un calcolo aritmetico che non sempre può risolversi con una semplice addizione o sottrazione, dovendo anche confrontarsi con le leggi di altri paesi e con le diverse normative che disciplinano le successioni ereditarie.

Per la ricostruzione dell’asse ereditario potete contattare lo Studio Legale Crivello, che da diversi anni si occupa con professionalità e competenza di eredità ed è sempre pronto ad assistervi durante tutte le fasi della successione ereditaria. Per richiedere una consulenza vi invitiamo a visitare il sito web dello Studio Legale Crivello. Qui potrete trovare tutte le informazioni necessarie e i contatti per prendere appuntamento con un nostro avvocato espero in eredità.

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Impugnazione del testamento: guida e consigli https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/impugnazione-del-testamento/ Tue, 14 Nov 2023 13:50:58 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8500 Il lascito testamentario rappresenta l’atto attraverso il quale si consente agli eredi di disporre dei beni di proprietà del de […]

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Il lascito testamentario rappresenta l’atto attraverso il quale si consente agli eredi di disporre dei beni di proprietà del de cuius nel periodo successivo alla sua morte, nella maniera che essi ritengono più opportuna.
Esistono però dei soggetti, individuati direttamente dalla legge, che non possono essere esclusi dalla successione. Questi soggetti sono naturalmente il coniuge e i figli, naturali e adottivi, del de cuius o, in mancanza di questi ultimi, negli ascendenti.

Cos’è la successione legittima?

Nel caso in cui il de cuius non abbia redatto un testamento, è la legge che indica quali siano i criteri attraverso i quali delineare la successione dei beni ereditari, basandosi principalmente sul cosiddetto principio della solidarietà familiare. La successione legittima indica le categorie di discendenti stabiliti dalla legge, in maniera ordinata e inderogabile. Essi sono il coniuge, i figli legittimi e naturali, gli ascendenti, i collaterali e quindi gli altri parenti fino al sesto grado. Se non vengono individuati tali eredi o comunque in mancanza degli stessi, la proprietà dei beni del de cuius passano direttamente allo Stato.

Anche la percentuale di eredità nella successione legittima viene stabilita dalla legge, che assegna una quota pari alla metà del patrimonio del de cuius al coniuge nel caso in cui lo stesso concorre con un solo figlio, mentre la quota passa ad un terzo se il coniuge concorre con più figli e a due terzi se il coniuge concorre con altre tipologie di parenti.
Gli altri eredi, infine, rientrano nella successione per gradi, basandosi sul criterio secondo cui gli eredi più remoti vengono esclusi dalla successione da quelli più prossimi.

Cos’è la successione testamentaria?

Come già indicato precedentemente, anche nel caso in cui il de cuius abbia predisposto un testamento, indicando espressamente le sue ultime volontà relative al proprio patrimonio, la normativa prevede l’assegnazione di una quota di eredità ai cosiddetti eredi necessari.
Tale quota varia in base alle ultime volontà del de cuius e a seconda della presenza o meno del coniuge o al numero dei figli, siano essi naturali o adottivi.
In ogni caso, il coniuge eredita sempre il diritto di abitazione della casa di famiglia di proprietà parziale o totale del de cuius.

In altre parole, il patrimonio del de cuius viene suddiviso in una parte disponibile, della quale può disporre a suo piacimento, e di una parte indisponibile o legittima, che invece spetta sempre agli eredi necessari.

Cos’è il legato?

Attraverso il legato, il de cuius può indicare nel testamento la volontà di assegnare la proprietà di uno specifico bene rientrante nel suo patrimonio ad un determinato soggetto, detto legatario. Tale forma testamentaria viene accettata esclusivamente se prevista per iscritto e può condizionare persino la procedura di divisione ereditaria allorquando vada ad intaccare la quota di legittima degli eredi.

La lesione della legittima e l’impugnazione del testamento

La quota di legittima spettante a determinate categorie di eredi, può dunque subire delle lesioni, ossia può essere intaccata da determinate disposizioni testamentarie che contrastano con la normativa vigente.

La prima forma di lesione della legittima si configura nel momento in cui il cosiddetto legittimario, ossia colui che rientra tra gli eredi necessari, ha ricevuto una quota di beni inferiore rispetto a quanto previsto dalla legge. In questo caso il legittimario ha dieci anni di tempo per impugnare il testamento e far valere le proprie ragioni.

Un secondo caso di lesione della legittima si ha quando le disposizioni testamentarie o le donazioni indicate nel testamento superano la quota patrimoniale che rientrava nella disponibilità del de cuius. In questo caso il legittimario può comunque impugnare il testamento, attraverso la cosiddetta azione di riduzione, con la quale il quale il legittimario può rivalersi contro legittimari e donatari per recuperare la quota che gli spetta per legge. In questo modo l’azione di riduzione consente al legittimario di recuperare il valore che è stato sottratto alla sua quota con trasferimenti di denaro o altri beni trasferiti ad altri soggetti. Questi ultimi, rappresentati da eredi e legatari, sono tenuti alla restituzione del bene o del controvalore in denaro.

Naturalmente, nel caso in cui vi sia una più soggetti legittimari, ciascuno di essi potrà agire nei confronti degli altri eredi e legatari, per recuperare la parte mancante dalla propria quota.

L’impugnazione del testamento fondata sulla lesione della quota di legittima consente di agire per il recupero di un proprio diritto e agisce sul testamento viziato, consentendo il ricalcolo delle quote ereditarie. Bisogna precisare che l’impugnazione del testamento va contro le volontà del de cuius, nonostante il testamento rappresenti l’espressione più alta di autonomia privata.

Il termine di prescrizione ordinario per l’azione di riduzione è fissato in dieci anni, che inizia a decorrere dalla data di apertura della successione, nel caso in cui vi siano donazioni, e dalla data in cui il beneficiario accetta l’eredità, negli altri casi.
Ove il giudice abbia dichiarato l’inefficacia delle disposizioni lesive, sia essa totale o parziale, allora il legittimario dovrà essere reintegrato della quota di eredità spettante.

In qualunque caso, l’azione di riduzione è subordinata alla mediazione ereditaria obbligatoria. Dunque, l’azione di riduzione potrà essere esperita soltanto nel caso in cui venga messo in atto un tentativo di conciliazione e mediazione per la suddivisione ereditaria. Solamente nel caso in cui questo non vada a buon fine, allora l’azione di riduzione potrà essere presentata dinanzi al Tribunale competente.

L’onere probatorio, in questi casi, ricade sul legittimario che agisce in riduzione, il quale dovrà individuare la quota disponibile e l’eventuale quota di riserva e, di conseguenza, calcolare l’entità della lesione.

Se vi trovate ad affrontare le complessità legate alla gestione di una successione ereditaria, è essenziale affidarsi a professionisti esperti nel campo. Lo Studio Legale Crivello offre un servizio completo e qualificato per guidarvi attraverso ogni aspetto del procedimento di divisione ereditaria, partendo dalla valutazione dei beni alla loro distribuzione, fino alla risoluzione di eventuali controversie tra gli eredi.

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Cos’è la captazione testamentaria https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/cose-la-captazione-testamentaria/ Tue, 14 Nov 2023 13:43:35 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8493 La captazione testamentaria consiste nell’aggiramento della volontà altrui con il quale taluno abbia indotto con dolo il de cuius a […]

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La captazione testamentaria consiste nell’aggiramento della volontà altrui con il quale taluno abbia indotto con dolo il de cuius a redigere un testamento in modo divergente dalla sua reale volontà. La Suprema Corte ha precisato la definizione di captazione nel seguente modo: “la captazione consiste nel creare nel testatore la fallace convinzione di determinare spontaneamente e liberamente la propria volontà“.

Il dolo nella captazione testamentaria

L’art. 624 del Codice Civile afferma che “La disposizione testamentaria può essere impugnata da chiunque vi abbia interesse quando è l’effetto di errore, di violenza, o di dolo. L’errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, è causa di annullamento della disposizione testamentaria, quando il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre. L’azione si prescrive in cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia della violenza, del dolo o dell’errore“.

Un testamento perciò può essere viziato dal dolo, qualora il testatore sia stata tratto in inganno e raggirato con astuzie e artifizi a causa della sua debolezza psico fisica o infermità mentale.
La captazione è quindi volta ad orientare il suo volere per provocare una falsa rappresentazione della realtà. Non sono semplici suggerimenti o consigli, ma una vera e propria condotta fraudolenta.
In molteplici casi tale condotta viene messa in atto dalle persone che circondano il testatore, ormai debole e gravemente compromesso nella propria capacità di discernimento, isolandolo e circuendolo.

Rilevanza civile e rilevanza penale

È opportuno sottolineare che la condotta del deceptor, inteso come il soggetto che inganna, può avere rilevanza anche penale, in quanto la vittima può trovarsi in precarie condizioni fisiopsichiche.

Oltre agli effetti civili della captazione testamentaria che si traducono nell’annullabilità del testamento, si può affiancare l’aspetto penale. L’art. 643 del Codice Penale, afferma che la circonvenzione di incapace si configura nell’abuso dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, inducendo la medesima a compiere un atto che comporti un effetto giuridico dannoso per lei o per altri, a cui può aggiungersi l’aggravante della minorata difesa, di cui all’art. 61 n. 5 c.p.

Le prove dirette di captazione testamentaria, possono risultare di difficile reperimento e possono essere influenzate notevolmente, manipolate o celate dalle persone che circondano il testatore e con cui lo stesso trascorre la giornata. È necessario dimostrare che si siano usati mezzi fraudolenti che hanno tratto in inganno il testatore e orientato la sua volontà nel senso voluto dal deceptor.

La prova della captazione, afferma la Cassazione, può avere anche natura presuntiva, ma essa deve comunque fondarsi su fatti certi, che consentano di identificare e ricostruire l’attività captatoria e la conseguente influenza determinante sul processo formativo della volontà del testatore. Dunque, in assenza della dimostrazione dei suddetti mezzi fraudolenti, non è consentito confondere (e sostituire) questi ultimi con (la prova di) atteggiamenti di piaggeria, blandizia e affettuosità, i quali, sebbene appaiano eticamente discutibili, tuttavia, non integrano la previsione di legge (Cass. 11.04.2017 n. 9309.)

Ed ancora la Corte di Cassazione nella sentenza n. 30424 del 17.10.2022 ha enunciato il seguente principio di diritto:

“la disposizione testamentaria può dirsi effetto di dolo, ai sensi dell’art. 624 c.c., comma 1, allorché vi sia prova dell’uso di mezzi fraudolenti che, avuto riguardo all’età, allo stato di salute, alle condizioni di spirito del testatore, siano stati idonei a trarlo in inganno, suscitando in lui false rappresentazioni ed orientando la sua volontà in un senso verso il quale non si sarebbe spontaneamente indirizzata; l’idoneità dei mezzi usati deve essere valutata con criteri di larghezza nei caso in cui il testatore, affetto da malattie senili che causano debolezze decisionali ed affievolimenti della consapevolezza affettiva, sia più facilmente predisposto a subire l’influenza dei soggetti che lo accudiscono o con cui da ultimo trascorrono la maggior parte delle sue giornate. Dette valutazioni costituiscono comunque apprezzamenti di fatto non sindacabili in sede di legittimità, se non nei limiti di cui all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 5″’.

La presenza del dolo determina quindi l’annullabilità del testamento, mentre la circonvenzione di incapace, ove dimostrata, ne provoca la nullità.

L’annullabilità assoluta

Nel caso in cui il testamento venga annullato per dolo, si parla di annullabilità assoluta.

L’annullabilità assoluta deriva quindi da vizi della volontà e di forma oppure si ha in caso di soggetti interdetti, infermi, o momentaneamente incapaci di intendere e di volere.

L’azione di annullabilità si prescrive in cinque anni: nel caso di incapacità di testare o di vizi di forma, decorre dal giorno stesso in cui è stata data esecuzione, nel caso di vizi di volontà, decorre dal momento in cui è stato rilevato l’errore, il dolo o la violenza.

Interessati e quindi titolati ad impugnare il testamento sono tutti coloro che ritengono di essere stati danneggiati dal testamento che abbia “leso” eventuali loro aspettative ereditarie e, quindi, oltre agli eredi cosiddetti “legittimari” (coniuge, ascendenti e discendenti in linea retta del testatore), gli altri eredi legittimi (parenti del defunto entro il VI grado) o, comunque, chi ritenga di avere subito una lesione dei propri diritti successori.

Tramite l’impugnazione del testamento si può ottenere l’annullamento o la dichiarazione di nullità integrale o parziale del testamento stesso, a seconda dell’illecito che verrà riscontrato.

È pertanto consigliato redigere un testamento con l’aiuto di un avvocato che fornirà un’assistenza legale nel rispetto delle norme che disciplinano il testamento olografo, per evitare incertezze sulle modalità espressive e soprattutto discriminazioni tra eredi legittimari.

L’avvocato può svolgere quindi un ruolo preventivo mirato alla formazione di un atto valido a tutti gli effetti, nonché un ruolo valutativo ex post, ovvero dopo l’apertura della successione, svolgendo un’attività di interpretazione delle clausole testamentarie, attività di conciliazione e negoziazione per definire e risolvere liti tra eredi cercando di evitare azioni giudiziarie. Laddove invece sospetti o rilevi la presenza di errore, violenza o dolo, come nella fattispecie della cosiddetta captazione testamentaria, l’avvocato esperto in successione procederà, per conto degli interessati, con l’impugnazione del testamento stesso.

Per contattare il Dott. Stefano Crivello ed avere ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito web dello Studio Legale Crivello.

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Cos’è la successione legittima https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/cose-la-successione-legittima/ Thu, 28 Sep 2023 09:24:20 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8481 La successione legittima consiste nell’insieme di norme che permettono di identificare i soggetti beneficiari del patrimonio di un defunto nella […]

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La successione legittima consiste nell’insieme di norme che permettono di identificare i soggetti beneficiari del patrimonio di un defunto nella situazione in cui quest’ultimo non abbia lasciato disposizioni testamentarie. In poche parole, una successione legittima avviene quando il defunto non ha lasciato nessuna volontà scritta in merito alla destinazione del proprio patrimonio ereditario. La legge, nel tutelare alcuni soggetti legati da un vincolo familiare con il defunto, lascia comunque la libertà di decidere a chi lasciare i propri beni e averi dando validità legale al testamento. Ma anche quando non esiste alcun testamento, ad esempio a causa di una morte improvvisa, la legge regola comunque le modalità e stabilisce quali debbano essere i beneficiari del patrimonio lasciato dal defunto.

I beneficiari dell’eredità

Chi sono gli eredi legittimi nel caso in cui il defunto non abbia redatto un testamento?

La legge stabilisce con precisione l’ordine dei soggetti chiamati a beneficiare della successione legittima: il coniuge, il convivente unito civilmente, gli attuali discendenti, gli ascendenti, collaterali, parenti di grado inferiore e, infine, lo Stato.

Successione legittima: il coniuge

La legge pone il coniuge, insieme ai figli, nella prima posizione dell’elenco di coloro che possono beneficiare della successione. Qualora a concorrere alla successione con il coniuge ci sia un figlio, il patrimonio ereditario si divide in parti uguali tra questi due eredi. Nel caso di due o più figli il ridimensionamento del patrimonio per il coniuge viene calcolato in formula proporzionata. Nella situazione in cui ci siano degli ascendenti del defunto, ovvero i genitori, la spettante quota sarà equivalente ai due terzi dell’intero patrimonio. Ovviamente, in mancanza di questi ultimi soggetti, il coniuge sarà unico beneficiario. Anche il coniuge separato beneficia, per legge, dell’eredità. In caso di divorzio, però, decade da ogni diritto successorio. Il convivente ha diritto alla successione legittima? Per comprendere bene in che modo la legge si esprime in tal senso, è bene chiarire la differenza tra unione civile e convivenza di fatto. L‘unione civile è una convivenza che è stata regolarizzata e ha tutte le caratteristiche tipiche di un matrimonio tradizionale. Pertanto, in caso di decesso di un soggetto unito civilmente, l’altro convivente potrà beneficiare della successione alla pari di un coniuge. La convivenza di fatto è una convivenza tra due maggiorenni la cui unione è principalmente di natura affettiva e non è vincolata da un’unione civile o matrimoniale. La convivenza di fatto può essere dimostrata al Comune di residenza per mezzo di un’autocertificazione che attesta la convivenza delle due persone in un unico indirizzo anagrafico. In quest’ultimo caso, i diritti del convivente in termini di successione sono maggiormente limitati. La legge stabilisce che il convivente in vita ha diritto a continuare ad abitare nella medesima casa dopo la morte del convivente proprietario della residenza per una durata che non superi i 5 anni. Inoltre, la legge stabilisce che il convivente in vita ha il diritto di beneficiare del contratto di locazione della casa di residenza.

Gli altri beneficiari della successione

Oltre al coniuge e i figli che, come abbiamo visto, godono di una posizione privilegiata, sono previsti altri ordini di priorità allorquando non siano presenti questi familiari. In questo caso, vengono presi in considerazione gli ascendenti e i collaterali del defunto, ovvero i genitori, le sorelle e i fratelli, nonché i discendenti di questi ultimi. Chiaramente, lo ripetiamo, questa successione avviene nel caso in cui il defunto non abbia avuto figli. La legge, tuttavia, specifica la differenza tra fratelli germani (stessi genitori) e fratelli unilaterali (uno dei due genitori è diverso). Questi ultimi beneficeranno della metà della quota che spetta ai fratelli germani. Il terzo ordine include i collaterali che vanno dal terzo al sesto grado. Qualora non ci siano altri successibili di grado superiore, questi potranno beneficiare della successione. In tutti i casi, la successione non avviene tra parenti che appartengono ad un grado che va oltre il sesto. Nel caso in cui non ci siano successori di nessun ordine o grado di parentela, l’eredità viene devoluta per legge allo Stato.

Successione legittima: quali aspetti pratici bisogna tener in considerazione?

Nei paragrafi precedenti sono stati chiariti i principi legali basilari su cui si poggia la successione legittima. Ma cosa bisogna fare in termini di procedure pratiche? Di norma, qualora venga alla luce un testamento, avvocati o notai sono le figure principali alle quali rivolgersi per avviare le procedure del caso. Che dire se, però, dovesse mancare un testamento e, quindi, si dovesse procedere ad una successione legittima? La prima cosa da fare è ricostruire l’intero asse ereditario, ovvero l’insieme di beni mobili ed immobili, debiti e crediti del defunto. Per stabilire tutto questo è preferibile affidarsi a professionisti esperti nel campo. Una volta stabilita la composizione dell’asse ereditario, è necessario valutare se sia conveniente accettarlo o rifiutarlo. Dopo l’accettazione o il rifiuto dell’eredità, si procede alla determinazione delle quote spettanti ai coeredi. Entro un anno, a prescindere dalle eventuali rinunce delle quote ereditarie, è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Dopo aver effettuato la registrazione della dichiarazione di successione presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, è necessario inoltrare la richiesta di voltura catastale per prendere possesso degli eventuali beni immobili presenti nell’asse ereditario. Un avvocato che segua l’intera procedura di successione può rivelarsi una scelta decisiva per orientare le pratiche nella giusta direzione e accorciarne la tempistica. Una professionalità che potrai trovare rivolgendoti allo Studio Legale Crivello, che risponderà a qualsiasi domanda riguardante le questioni legate all’eredità.

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Cos’è il testamento https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/cose-il-testamento/ Thu, 28 Sep 2023 09:15:36 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8476 Dopo la morte di una persona, uno degli argomenti più delicati da affrontare è quello del testamento, cioè la dichiarazione […]

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Dopo la morte di una persona, uno degli argomenti più delicati da affrontare è quello del testamento, cioè la dichiarazione scritta mediante la quale una persona stabilisce la sorte del suo patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere.

Si tratta fondamentalmente di un documento che ha lo scopo di ripartirne i beni o le proprietà del defunto nel rispetto delle sue volontà. Tuttavia, affinché il testamento possa avere un effettivo valore legale, è necessario allinearlo con quanto disposto dalla legislazione.

Testamento: cos’è e a cosa serve

A cosa serve, quali sono le tipologie che ad oggi esistono, come lo si redige e qual è il ruolo dei familiari della persona deceduta?

Innanzitutto, è opportuno partire dalla definizione di testamento data dall’articolo n.587 del Codice Civile, secondo la quale si tratta di un atto revocabile con il quale un individuo dispone di tutte le sostanze o parte di esse al momento in cui cesserà di vivere.

Il principio della revocabilità è l’espressione della libertà testamentaria che una persona possiede: il testatore, infatti, ha il diritto di redigere e modificare a proprio piacimento le disposizioni testamentarie fino all’ultimo istante della sua vita.

Il testamento è un documento strettamente personale e, per questo motivo, dovrà essere redatto direttamente dal testatore (e non da terze persone) che dovrà deciderne il contenuto, avendo la piena libertà di decidere cosa includere o escludere da tale atto in modo del tutto autonomo.

Questa totale libertà del testatore deve comunque rispettare le norme di legge in merito alla cosiddetta quota di legittima e, pertanto, il testatore non potrà escludere dal suo testamento quegli eredi che, secondo la legge, hanno sempre e comunque diritto ad una quota del patrimonio lasciato dal defunto, indipendentemente da quanto dichiarato da quest’ultimo nel testamento.

Esistono tre tipologie di testamento, ognuna delle quali si differenzia dalle altre per delle caratteristiche specifiche che riguardano principalmente il modo in cui viene redatto o la sua validità. Esaminiamole più da vicino!

Testamento: le tipologie esistenti

Come detto, le tipologie di testamento esistenti sono 3 e le differenze che intercorrono tra esse sono correlate in primo luogo alla forma che assumono, dato che l’effetto è il medesimo.

La prima tipologia è il testamento pubblico, documento che viene redatto alla presenza di un notaio e di 2 testimoni, esperto che ha il compito di redigere il documento basato sulla volontà che il testatore gli comunica.

Oltre al testamento pubblico, abbiamo poi il testamento olografo: come indica il termine stesso, si tratta di un documento che viene scritto direttamente dal testatore su un foglio qualsiasi e che ha valore purché venga datato, firmato e redatto a mano.

Infine, il testamento segreto, atto che il testatore consegna al notaio alla presenza di due testimoni il cui contenuto, a differenza delle altre tipologie, rimane totalmente segreto. In questo caso, infatti, i compiti del notaio si limitano esclusivamente alla conservazione e al sigillo del documento, a meno che quest’ultima operazione non sia stata già fatta dal testatore stesso.

Oltre a queste tre tipologie di testamento, esistono in realtà anche delle forme speciali, ossia documenti che non hanno l’impellente necessità di rispettare le formalità o l’iter previsto. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, tali eccezioni sono valide in seguito a particolari condizioni, come una malattia grave, un infortunio, un ambiente insolito come un mezzo di trasporto o il cosiddetto testamento militare. Insomma, queste ed altre tipologie di testamento speciale hanno una validità limitata e vengono utilizzate solamente in condizioni del tutto straordinarie. Dopo aver chiarito cosa sia effettivamente un testamento, a cosa serva e le tipologie esistenti, analizziamo altre informazioni molto utili legate alla redazione di tale documento, ai costi e alla vera importanza che questo atto assume.

Testamento: procedura di redazione e costi

Prima di recarsi ad un avvocato esperto in testamenti per la stesura e la conseguente sottoscrizione dell’atto, è fondamentale effettuare una sorta di fase di preparazione che ha l’obiettivo di recuperare tutte le informazioni cruciali per poter redigere il documento in modo corretto e senza rischi di invalidità. Il testatore, infatti, ha l’onere di comunicare e mettere per iscritto i nomi e gli indirizzi di tutte le persone, proprietà, organizzazioni, società o altri enti che saranno parte della ripartizione del suo patrimonio al momento della sua morte.

Oltre a ciò, è necessario che il testatore predisponga anche un elenco di tutte le proprietà e beni che possiede con il relativo valore senza eccezioni, comprendendo anche eventuali debiti non saldati. Un ruolo molto importante nella predisposizione e stesura del testamento lo gioca l’esecutore testamentario, una persona di fiducia che ha lo scopo di controllare e verificare che il patrimonio del defunto venga ripartito secondo quelle che sono le volontà di quest’ultimo, senza alcun cambio inaspettato.

Ovviamente, l’esecutore testamentario potrà essere anche uno degli eredi o dei beneficiari del testamento; tuttavia, secondo la legge, non è previsto un compenso speciale per tale figura e, inoltre, è saggio affidare questo importante ruolo ad almeno due persone alle quali ci si affida pienamente.

Che dire dei costi che tutta questa procedura potrebbe prevedere? Le spese totali dipendono strettamente dalla tipologia di testamento redatto e dal valore dei patrimonio: ad esempio, per quello olografo non sono previsti dei costi, anche se si consiglia di farsi assistere da un professionista, mentre le altre forme implicano l’intervento di un notaio, al quale andrà corrisposto un onorario che difficilmente è inferiore a 1.500 Euro.

La vera importanza del testamento

Fare testamento è senza dubbio un’operazione estremamente importante per il testatore, dato che si tratta di un documento avente valore legale e che permette all’individuo che lo redige di far rispettare le proprie volontà in merito alla ripartizione dei suoi beni nel momento in cui la sua vita terminerà.

Inoltre, è importante sottolineare come tale atto sia uno strumento rapido, economico, pratico e assolutamente semplice da redigere che fornisce al testatore la libertà di revocarlo o di modificarlo a proprio piacimento come e quando lo ritiene opportuno.

Ad ogni modo, è bene rammentare che si tratta di un documento molto importante e, come tale, dovrebbe essere redatto solo dopo aver acquisito tutte le informazioni legali che lo riguardano.

Pertanto, affidarsi ad una consulenza di un legale esperto in successione ed eredità, come l’avvocato Stefano Crivello, è senza dubbio una mossa vincente che consentirà al testatore di redigere correttamente il proprio testamento scongiurando spiacevoli imprevisti o incongruenze, al fine di far rispettare pienamente le proprie volontà.

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Chi è l’avvocato esperto in testamenti https://www.studiolegalecrivello.it/successione-e-eredita/avvocato-esperto-testamento/ Thu, 28 Sep 2023 09:09:39 +0000 https://www.studiolegalecrivello.it/?p=8470 Nella scelta di un avvocato è necessario tenere conto di diversi fattori ma, soprattutto, del campo di specializzazione del professionista. […]

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Nella scelta di un avvocato è necessario tenere conto di diversi fattori ma, soprattutto, del campo di specializzazione del professionista. Come ogni altra branca del sapere, anche il diritto si divide in numerosi settori, che vanno ben oltre la canonica bipartizione tra diritto pubblico e privato. Il percorso post universitario di un avvocato può avere come obiettivo la pratica forense o lo sviluppo di competenze specifiche come le successioni. Ne consegue la necessità di scegliere attentamente il professionista cui affidarsi, possibilmente facendo riferimento al percorso universitario e al curriculum dell’avvocato. Uno dei settori più discussi e controversi è proprio quello delle successioni ereditarie. Pur rientrando nella categoria del diritto privato, questa particolare branca presenta un considerevole livello di complessità e, quindi, numerose insidie legali. Per non incappare in errori e lungaggini, è fondamentale affidarsi alla tutela legale di un avvocato esperto in successioni dotato della giusta esperienza. L’avvocato esperto in testamenti chiamato impropriamente anche avvocato testamentario assiste i clienti durante l’intero iter di cui una successione ereditaria si compone, conosce le norme relative all’apertura di una successione, alla redazione e all’esame del testamento, alla devoluzione dell’eredità.

Chi è e cosa fa l’avvocato esperto in testamenti

L’avvocato che si occupa di successioni è in grado di assistere i propri clienti:

durante la mediazione civile, obbligatoria prima di qualsiasi contenzioso successorio
nella gestione giudiziale e stragiudiziale della successione
nell’impostazione delle volontà successorie e testamentarie
nella prevenzione delle eventuali controversie che possono interessare la successione

L’avvocato esperto in successioni offre consulenze preziose a tutti i clienti che necessitano di un supporto legale. Essendo un esperto di discipline testamentarie può garantire il suo aiuto in caso di:

disposizioni testamentarie esecutive di patti successori nulli
verifica della volontà del testatore
tutela dei legittimari
impugnazioni tese ad annullare o a rendere nullo il testamento

Ma come funziona la spartizione del lascito del deceduto dal punto di vista legale? In caso di successione testamentaria, ovvero di successione disciplinata dal testamento, è possibile fare riferimento alle norme in vigore e procedere alla spartizione dei beni tra coloro che ne hanno diritto. In assenza di testamento o in presenza di un testamento nullo, invece, avrà luogo la cosiddetta successione legittima. In tal caso sarà l’avvocato interpellato a far valere i diritti del proprio assistito. A tal proposito, l’articolo 457 del Codice Civile stabilisce che la divisione della porzione del patrimonio non coperta da disposizioni testamentarie è regolata dalle norme vigenti in materia successoria. Inoltre, vigono sempre le regole relative alla cosiddetta successione necessaria, che non è una tipologia di successione ma soltanto uno strumento atto a tutelare i legittimari, ovvero i figli e il coniuge del deceduto, legati a quest’ultimo da vincoli di sangue. Vale la pena ricordare che la successione necessaria può avvenire anche in contrasto con il testamento, ovvero in contrasto con le disposizioni del deceduto, se non conformi alle leggi che regolano la successione dei legittimari. Queste norme, infatti, operano anche in presenza di un testamento che priva, parzialmente o totalmente, i legittimari della quota che viene riservata loro dal Codice Civile, e qualora gli stessi legittimari siano stati danneggiati da donazioni effettuate prima del decesso.

Quando è necessario ricorrere all’avvocato eredità

Nel nostro Paese, la legge concede la possibilità di scegliere tra diverse forme di testamento. Tra queste, il testamento olografo è senza dubbio la tipologia più semplice, essendo redatta senza costi e in maniera completamente autonoma. Nonostante l’apparente semplicità di questo documento, è comunque importante rispettare alcuni requisiti fondamentali, stabiliti dal codice civile. Il mancato rispetto dei requisiti necessari, infatti, può rendere una parte del documento o, peggio, l’intero documento, nullo. Per questo motivo, è necessario rivolgersi a un avvocato esperto in successioni in grado di fornire informazioni valide circa la redazione del documento. Il supporto dell’avvocato, inoltre, può mettere il testatore in condizione di fare la scelta migliore, sia in termini di forma che di contenuto. A volte, le disposizioni testamentarie possono non essere sufficienti nel determinare la o le persone che hanno diritto a ricevere l’eredità o parte di essa. Di conseguenza, è bene evitare di commettere errori. Un altro caso in cui non è possibile fare a meno dell’avvocato esperto in successioni è quello delle successioni internazionali. La questione ereditaria, infatti, diverrebbe ancor più complessa qualora dovessero entrare in gioco le leggi di un altro Stato. Ad esempio, ciò accade quando i profili di internazionalità incidono in ambito fiscale (ad esempio, il defunto, residente in Italia, aveva cittadinanza estera; il defunto era residente all’estero, ma aveva cittadinanza italiana). Per dirimere una questione del genere è fondamentale fare affidamento sul Regolamento UE n. 650/2012, che tocca diversi punti della materia relativa al diritto successorio. La maggior parte delle norme indicate all’interno del documento ha validità anche negli Stati extra UE. Con l’obiettivo di facilitare le cose, il diritto comunitario ha introdotto la possibilità di redigere un testamento internazionale, valido anche oltre i confini italiani.

L’impugnazione del testamento: cos’è e come funziona

Un avvocato espero in successioni è in grado di assistere i propri clienti anche qualora questi dovessero trovarsi dalla parte degli eredi designati o di coloro che credono di aver diritto a una parte dell’eredità. Capita spesso di avere a che fare con testamenti che violano i diritti di legittima o presentano dei vizi formali che ne inficiano il valore. In tal caso, l’unico modo per tutelare i propri diritti consiste nel ricorrere a un avvocato specializzato in diritto delle successioni. Grazie alla consulenza di un esperto, infatti, sarà possibile individuare eventuali vizi di forma o di sostanza, piuttosto che la presenza di disposizioni annullabili o nulle. Vale la pena ricordare come l’impugnazione di un testamento può essere proposta anche in presenza di violazione dei diritti dei legittimari. Come accennato nei paragrafi precedenti, infatti, la legge riconosce alcuni diritti inalienabili ai parenti più stretti del defunto (tra cui i figli e il coniuge). Tra questi diritti figura la possibilità di accedere a una quota del patrimonio ereditario, che andrà dedotta dalla quota disponibile del patrimonio del testatore. Insomma, in presenza di un testamento, la figura dell’avvocato esperto in successione è fondamentale per diversi motivi, tra cui l’individuazione degli eredi legittimi e dei diritti che spettano loro, la valutazione della validità del testamento e di eventuali casi di indegnità o, ancora, l’accertamento della capacità di intendere e volere del testatore. Per qualsiasi tua esigenza rivolgiti pure agli avvocati esperti in eredità dello Studio Legale Crivello che sapranno assisterti con competenza e professionalità.

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